La diarrea comincia a sbordare dal vasino quando arriva la solidarietà, ossia l’egocentrismo patologico delle scimmie del popolo della rete che per avere un riflettore addosso non esiterebbe a strapparlo dalle mani di un anatomopatologo al lavoro. Oggi con il terremoto Twitter è intasato di stronzi qualsiasi che maiuscoleggiano “RETWETTATE!!”, verbo che su Facebook è “condividi”, ed ai tempi delle catene di Sant’Antonio era “spedisci”.
- Ho appena copiato i numeri utili dal sito dell’ANSA, mi retwettate per piacere? #terremoto
- Ciao Barbara d’Urso sn una tua grande fan, mi retwetti? Numero utile per #terremoto 98690965654
- Invento una cazzata tipo finti tecnici sciacalli per farmi retwettare, tanto chi cazzo verifica? #terremoto
- PRONGOPO 1 MIN D SILENZIO IN TV X LE VITTIME DL TREREMOTO RETWETTATE!!!!!!
- Spinoza.it (qualunque cosa).
Lo scopo rimane quello di gettarsi sopra il cadavere, sporcarsi di sangue e farsi l’autoscatto su Instagram sperando questo raggiunga gli occhi di quanta più gente possibile, magari VIP. E’ quindi d’uopo aggiornare biografia (aggiungendo new journalist) e foto profilo (tre quarti dall’alto invece che scarpe da zoccola), pulire dove passa il prete, togliere i copridivani e tirare fuori le posate buone. Così si raggiungono picchi straordinari di solidarietà: se sei stato retwettato più di cinquanta volte e dei giornalisti ti seguono puoi dirti soddisfatto. Hai contribuito attivamente a questa immane tragedia che tutti paralizza e sgomenta.
E guadagnato qualche follower a cui mostrare i tuoi autoritratti coi filtri che, chissà, magari qualcuno ti nota.
(from falcemartello.tumblr.com)
Nessun commento:
Posta un commento